venerdì 31 agosto 2012

La Filastrocca IlluminAnte

E' senza dubbio interessante,
E' oltremodo affascinante,
E' in molti aspetti accattivante.

Di una postura aggraziante,
Di un sorriso smagliante,
Di un'espressione sempre mutante,

Presenta ogni suo aspetto in modo brillante.

La sua camminata è ancheggiante,
La sua risata è squillante,
La sua domanda è sempre costante.

E l'intelligenza è abbondante,
E l'interna vastità dominante,
E l''intraprendenza un po' carente,


Eppure il foco del suo animo è perennemente conquistante.

Per se stessa è spasimante,
Per la sua mente è assoggettante,
Per il suo mondo è navigante.

Ma dalla vecchiaia va scagionante,
Ma dal solipsismo è emancipante,
Ma della fiducia è assai scrutante,

E in equilibrio s'improvvisa vagante.

Col piccolo passo si muove costante,
Con una piccola torcia fa luce trionfante,
Con l'occhio oscurato sfida il pericolo arrembante.

Il grande conforto giunge allora appagante,
Il grande coraggio riempie il cuore pulsante,
Il grande obiettivo compie infine festante,

E con piena completezza avviene il processo sublimante.

E' Importante.




mercoledì 1 agosto 2012

Epistolario Sacro: Gnosis

Io sono per lasciare libero il cervello dalle emozioni. E lasciare le emozioni libere dal cervello.
E far si che questi si incontrino e si bacino da sé, di loro spontanea volontà, senza costrizione alcuna.

Mi trovo quindi a far l'equilibrista, a muovermi con grande attenzione sopra una fune.
Ed anziché il bastone a dar manforte, si inseriscono un insieme di trame e tele accuratamente ben tessute affinché la macchina funambolica regga per tutto il percorso.
E' un gioco al di sopra delle parti.
E' un gioco per le parti.
Egli sa cos'è il giusto e cos'è lo sbagliato.
Egli ben sa che giusto e sbagliato sono termini. Sono cose che non esistono.
Rimangono solo le azioni.
Le azioni e le loro conseguenze.
Rimangono solo i pensieri, che si struggono in gran fretta a trovare ad esse ogni sorta di spiegazione.

Riesco allora a muovermi con estrema libertà.
Il labirinto non sembra più così lugubre e angusto. Sembra parte di un gioco, di un mio diletto.
Di uno spazio in cui vi è Possibilità.
Vi sono innumerevoli possibilità, di colorare, di dipingere, di formare, di creare. Di tessere. Appunto.
Si ribalta completamente ogni visione di ogni cosa.
Se prima era il gioco a far da padrone, adesso sono io che scelgo come e in che modo giocare, quando smettere e quando fermarmi. Posso scegliere anche quando ripartire.
Non mi appiccico, non mi attacco più. Ho deciso di lasciar scivolare tutto, di lasciarlo muoversi in qualsiasi direzione voglia.
Poi ogni tanto riesco a dare un colpetto, una direzione, a limare il senso delle cose, affinché seguano quindi il giusto corso.
Quando arriva il momento esatto allora, capisco che il giusto corso era quello errato. E agisco di conseguenza.
Lascio l'acqua scorrere verso l'uscita a lei più congeniale. E di nuovo comincio a seguirla e costruirle i giusti canali.
E così formo il mio gioco. Così creo il Labirinto.

Il mio labirinto è sempre a porte aperte.
Ritengo sia una questione assai importante.
Lascio sempre entrare e mescolare le acque, penso che ciò faccia bene all'organismo, tenga ben retta la mia fune, tenga ben fresca la linfa vitale.
E' una sorta di purificazione, una pulizia ben accurata ma allo stesso tempo lasciata alle cose.
Lasciata alla Natura.
E' che la Natura a volte è strana, ed anche un po' spietata.
E' che la verità, secondo me, è che la natura non conosce alcuna spietatezza. Essa segue solo e soltanto il proprio corso, senza bene o male. Senza alcuna intenzione. Con la sola intenzione di camminare, di uscire e di muoversi ovunque essa voglia. Di fermarsi. Di non fermarsi mai. Di essere fermata. Di andarsene quando è ora. Lei è la Natura. Lei segue la Natura. E' un processo inarrestabile.
E' un processo semplice e puro, e probabilmente assai atavico.
Ad ogni modo prendo atto della sua natura.
La rispetto e la difendo. La seguo e poi la faccio mia.
Entro in comunione, entro in una sorta di fusione.
Così che io e Lei siamo una cosa sola.
E quando ciò accade tutto segue il proprio corso. Creo la mia fune e comincio a camminare, a muovermi e a far lume la dove l'ombra è più fitta.
Talvolta mi tocca salire, prendere le scale.. ritrovare qualche nuovo lumino in mansarda e poi ripartire.
Il riposo è consentito a tutti del resto, non c'è da stupirsi.

Cerco allora di imitare l'artista circense alla perfezione, conscio del fatto che per lui ogni istante è cruciale, come lo è ogni attenzione e ogni piccolo dettaglio della propria passeggiata.
Egli sa che deve lasciare a se stesso la strada da scegliere.
Egli sa che deve far si che siano i piedi e le gambe in comunione col corpo e la mente a muoversi. Da soli, senza aiuto alcuno.
Egli sa che non deve scegliere la strada. Non la deve immaginare. Non la deve in alcun modo pianificare.
Egli sa che se ciò accade non avrà problemi. Potrà permettersi di compiere persino evoluzioni, al di sopra del lungo pendio.
Egli sa però, che se sceglie di guardare verso il basso, pagherà cara la propria distrazione.
Io cerco allora di chiudere gli occhi e andare avanti respirando l'aria e sentendo il vento sulla pelle. Godendomi il bel sole che irradia il cielo e la natura che accanto mi circonda durante la bella giornata.
Cerco allo stesso modo di godermi la pioggia e le scure nubi che occultano il cielo quando il temporale prende il sopravvento.
Cerco di far si che ogni cosa abbia il suo posto e il proprio spazio in questa traversata.
In modo che tutti gli ingranaggi della grande macchina siano inseriti al loro posto.
Che è inequivocabilmente il posto Giusto.

Detto ciò, penso che tutte queste cose siano allora prive di senso.
Basta spegnersi e cominciare a muoversi. Basta svegliarsi e perseguire l'immobilità.

E con questo, chiudo qui questa mia. Spero che al di là delle Vostre cose il tempo sia bello uguale.
In ogni caso, vi auguro di seguire e allo stesso tempo lasciar scorrere la vostra sete.
Essa sarà la miglior guida che possiate mai avere.

Vi porgo i miei più cari Ossequi
Edward