venerdì 11 settembre 2015

In Principio era l'Indeterminabile

Dio è dove non si può vedere.
È così soltanto che lo si può trovare.
Con ciò si determina la sua esistenza.
Con ciò si indetermina la sua esistenza.

Credere in Dio è un gioco.
È un gioco che non permette di non esser più bambini.
Chiedere cura, protezione, amore,
chiudersi in fasce, chiudere le fenditure ad un mondo così intenso.
Credere in Dio è un gioco.
Poiché l'unica cosa che dà senno a questo luogo
non è nient'altro che la morte.

Credere nella morte non è un gioco.
La morte allaga ogni cosa e comanda incertezza,
e poiché da essa non vi è clemenza.
credere in Dio è il modo.

Credere in Dio è il modo.
È il modo per alludere alla salvezza, per poter credere con fermezza.
Chiedere moto, scopo, posizione,
è il modo per perdersi in mete ed orizzonti tutt'altro che inscindibili.
Credere in Dio è il modo.
Poiché l'unica cosa che da senno a questo luogo
non è nient'altro che il senso.

Il senso è il moto. Il senso è la posizione.
Dio abbraccia ogni moto.
Dio abbraccia ogni posizione.
Abbraccia idoli che non siano noi stessi,
dona sfarzo alla pretesa di rimanere disconnessi.
Dio si nasconde, Dio si annoda
Dio si estende lungo lo scorrere invisibile che determina ogni immagine di sè.

Ringrazio Carlo, Federico e Guglielmo per avermi portato qui.

mercoledì 9 settembre 2015

Delirio #7 - Me

Essere per riconoscersi.
Fare per essere riconosciuti.
Se persino amare è per sé stessi,
diviene chiaro il principio regolatore d'ogni cosa: Io.  

                                                                                           Medicina
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