domenica 28 aprile 2013

I Dolori del Giovane Verne


                                                                                  15/02/2008.

Caro Wilhelm,
Col passare dei giorni e dei mesi, sempre più mi rendo conto che questo posto e questa mia nuova vita..
mi uccidono.. e non fanno altro che cambiare la mia persona.. sgretolandola e disperdendo ogni singolo 
pezzo nell’etere…
È come se, per sopravvivere, io mi debba adattare e, se necessario, disintegrare, per stare dietro ai ritmi
e al modo di vivere di questo posto.. che ti mette costantemente alla prova, giorno dopo giorno, 
senza darti un attimo di respiro, un attimo di tregua.. aggiungendo anzi nuovi problemi, paure, 
pensieri ed innumerevoli cose da fare.. che pian piano ai tuoi occhi si trasformano sempre più in cose 
da “superare”…
E cresce, di continuo, il dubbio che il tutto, prima o poi, ti porti al collasso finale..
È come stare sempre in corsa… e ritrovarsi perennemente nel ruolo di una tartaruga.. 
col suo guscio enorme, la propria anima.. il proprio mondo.. i propri tempi.. 
i propri modi di fare, vivere, parlare, conoscere..
Ed ovviamente esser sempre in ritardo..
E, mentre tutti questi problemi tendono sempre più ad ammassarsi, gli altri riescono a stare 
sempre al passo, forse perché già abituati da tutta una vita..
E' come se avessi sempre dietro una terribile ansia di fallire, di non essere all’altezza, 
di deludere qualcuno, di deludere tutti… di deludere me stesso.

È tutto così strano per me…
Come ben sai, son stato sempre uno che ama tenere tutto sotto controllo.. sotto i propri occhi..
Obiettivi, speranze, possibilità.. gli amici, gli amori.. tutto…
E sono sempre stato uno che… con qualche difficoltà ogni tanto.. è sempre riuscito a mantenere 
costante questo controllo.. il quale fungeva da guscio, da sicurezza e allo stesso tempo da forza 
e da stimolo.. in quel meraviglioso progetto che si prospettava la mia vita..
C’è da dire, è vero, che i fallimenti son stati non pochi… ma per quanto mi abbattessi.. 
mi bastava un periodo o magari un altro spiraglio per superare il tutto e cercare di ripartire alla volta 
di qualcos’altro… e se davvero tutto andava male beh… semplicemente mi prefiggevo un obiettivo 
a lungo termine.. e ponevo i miei appigli su di esso..
Ero convinto di averne passate davvero tante.. troppe.. di aver posto all'estremo, al limite, 
la mia persona.. di aver sperimentato molte cose delle quali io stesso mi stupivo e ancora mi stupisco..
Eppure un nuovo capitolo del mio dilemma esistenziale mi si pone davanti agli occhi…..
e stavolta non capisco davvero come o dove o soprattutto “perché” dovrei uscirne…

In realtà tutto questo periodo in cui non ci siamo sentiti è curiosamente coinciso con un periodo in cui, 
anche sentendoci, non avrei saputo cosa dirti.. riguardo la mia vita o cosa io abbia deciso di farne 
sostanzialmente..

Come ho già scritto, in vita mia, ho perso speranze, amori, amici, stimoli ed energie 
e sono arrivato persino ad annullare tutto e tutti per qualche mese.. nel mio famoso periodo nichilista..
Ero convinto di aver provato davvero tutto.. per quanto nella vita poi, a provare tutto non s’arriva mai..
E se c’è una cosa che in 20 anni non ho mai perso.. di sicuro si tratta della mia voglia di vivere.. 
di ricominciare.. di sapere cosa sono e soprattutto cosa voglio… e pensavo che almeno queste cose.. 
per quanto potessero, ogni volta, cadermi macigni sulla testa.. avrebbero sempre rappresentato 
l’unica cosa “certa” nella mia vita..

Eppure, la vita riesce a sorprendermi ancora..
Perché queste cose.. sono state spazzate via dal mio arrivo qui.. 
da questo periodo di vita.. da queste mura.. da questa città e da tutto quello che qui mi circonda..
Non so più chi sono, cosa voglio, chi sono i miei amici, 
chi sono le persone che amo, chi sono le persone che semplicemente conosco….
Come se tutte le cose che ho costruito, le amicizie che ho formato, le persone con cui ho legato, 
le esperienze che ho vissuto, sia con gli altri che da solo, le cose a cui di più ho tenuto… 
adesso non contassero più..
Come se fossero cose talvolta inutili, talvolta già passate, già viste, poco interessanti.. 
come se fossero semplicemente lontane ed escluse da un mondo cinico e distaccato, 
che pensa solo al presente e al ritmo frenetico che lo contraddistingue…

Io sono quello che parla attraverso canzoni… attraverso immagini (talvolta d’arte), attraverso sensazioni.. 
ogni tanto attraverso parole..
Sono quello che adora sognare e che spera ogni giorno che qualcosa di straordinario 
accada nella propria vita e in quella delle persone che mi circondano…
Sono quello che vive per la musica e l’arte..
E in questo luogo non c'è spazio così per me..
E credo sia questo ciò che m'affligge più d'ogni cosa... il mio non esistere in questa terra.. in questa città..
Ma ti assicuro mio caro.. che, per quanto molto spesso perderò la vista, nessuna persona 
potrà mai cambiare ciò che sono… o almeno non queste cose così importanti per me..
Oh caro Wilhelm, io te lo giuro, nessuno potrà mai togliermi davvero ciò che io possiedo di me.”



Oh, caro! In questa incertezza mi smarrisco, 
e tuttavia è questo il mio conforto; 
che forse essa si è voltata per cercar me! Forse.

lunedì 1 aprile 2013

The Sublime

Io e te.
Soli, qui, adesso.
E' giunto l'attimo del nostro atteso confronto.
E' giunto l'attimo del più auspicato conforto.
Prendimi,
stringimi,
abbracciami.
Invitami gentilmente
ad udire la tua voce,
atta nell'intonare
gli avvolgenti versi ancestrali
che vagano tra i giardini impalpabili
delle tue spire.
Travolgimi,
affidami il peso delle tue emozioni,
e concedimi l'onere dei tuoi sentimenti.
Vincimi,
ma lasciami l'unica possibilità
di lottare per il mio posto,
e rendimi l'occasione
di assaporare il valore della mia fine.

Conservami la possibilità di amare,
e rendimi ancora la possibilità di amarti.
Lasciami sentire..
Lascia che io senta
ciò che pulsa dentro te.
Lascia che io senta
ciò che sanguina dentro te.
Lascia che io senta
la tua carne, il tuo corpo.
Voglio sentirlo dall'interno.

Allora parlami.
Parlami dei racconti
che porti dai mari lontani,
parlami dei racconti dei monti,
delle colline,
dei prati che hai già attraversato,
lungo il tuo eterno e maestoso sfilare.
Poi uccidimi.
Concedimi la dolce morte,
che solo le tue labbra
possono consacrarmi,
rendendo ogni secondo trascorso
immerso nella più estrema gratitudine.

Ti prego amami.
Amami con tutta la tua essenza.
Amami adesso
e lascia che entrino in me le tue ricchezze.
Lascia che mi attraversi
la forza eterna, devastante
e corroborante
della tua natura.

Amami ancora.
E concedi alla tua devozione
di donare alla mia pertinacia
la tua gemma più preziosa.
Fa' che questa gemma
imbeva me di vita eterna.
La vita eterna di questo sublime istante
trascorso nel connubio delle nostre braccia.

Quello che hai fatto oggi
è il passo che manca alla tua vita
affinchè sia completa.
Lo sguardo rivolto
verso la morte,
e l'animo diretto
verso il privilegio 
di assaporare ogni brezza ch'ella ti porti.
Goditi il momento,
e ascolta il senso della tua vita 
scorrere in quell'istante. 
(a te, C.I.)