15/02/2008.
“Caro Wilhelm,
Col passare dei giorni e dei mesi, sempre più mi rendo
conto che questo posto e questa mia nuova vita..
mi uccidono.. e non fanno
altro che cambiare la mia persona.. sgretolandola e disperdendo ogni singolo
pezzo nell’etere…
È come se, per sopravvivere, io mi debba adattare e, se
necessario, disintegrare, per stare dietro ai ritmi
e al modo di vivere di
questo posto.. che ti mette costantemente alla prova, giorno dopo giorno,
senza
darti un attimo di respiro, un attimo di tregua.. aggiungendo anzi nuovi problemi, paure,
pensieri ed innumerevoli cose da fare.. che pian piano ai tuoi
occhi si trasformano sempre più in cose
da “superare”…
E cresce, di continuo, il dubbio che il tutto, prima o poi, ti
porti al collasso finale..
È come stare sempre in corsa… e ritrovarsi perennemente nel
ruolo di una tartaruga..
col suo guscio enorme, la propria anima.. il proprio
mondo.. i propri tempi..
i propri modi di fare, vivere, parlare, conoscere..
Ed ovviamente esser sempre in ritardo..
E, mentre tutti questi problemi tendono sempre più ad
ammassarsi, gli altri riescono a stare
sempre al passo, forse
perché già abituati da tutta una vita..
E' come se avessi sempre dietro una terribile ansia di
fallire, di non essere all’altezza,
di deludere qualcuno, di deludere tutti… di
deludere me stesso.
È tutto così strano per me…
Come ben sai, son stato sempre uno che ama tenere tutto sotto
controllo.. sotto i propri occhi..
Obiettivi, speranze, possibilità.. gli amici, gli amori..
tutto…
E sono sempre stato uno che… con qualche difficoltà ogni tanto.. è sempre
riuscito a mantenere
costante questo controllo.. il quale fungeva da guscio, da
sicurezza e allo stesso tempo da forza
e da stimolo.. in quel meraviglioso
progetto che si prospettava la mia vita..
C’è da dire, è vero, che i fallimenti son stati non pochi… ma per quanto
mi abbattessi..
mi bastava un periodo o magari un altro spiraglio per superare
il tutto e cercare di ripartire alla volta
di qualcos’altro… e se davvero tutto
andava male beh… semplicemente mi prefiggevo un obiettivo
a lungo termine.. e
ponevo i miei appigli su di esso..
Ero convinto di averne passate davvero tante.. troppe.. di
aver posto all'estremo, al limite,
la mia persona.. di aver sperimentato molte
cose delle quali io stesso mi stupivo e ancora mi stupisco..
Eppure un nuovo capitolo del mio dilemma esistenziale mi si
pone davanti agli occhi…..
e stavolta non capisco davvero come o dove o
soprattutto “perché” dovrei uscirne…
In realtà tutto questo periodo in cui non ci siamo sentiti è
curiosamente coinciso con un periodo in cui,
anche sentendoci, non avrei saputo
cosa dirti.. riguardo la mia vita o cosa io abbia deciso di farne
sostanzialmente..
Come ho già scritto, in vita mia, ho perso speranze, amori,
amici, stimoli ed energie
e sono arrivato persino ad annullare tutto e tutti
per qualche mese.. nel mio famoso periodo nichilista..
Ero convinto di aver provato davvero tutto.. per quanto nella
vita poi, a provare tutto non s’arriva mai..
E se c’è una cosa che in 20 anni non ho mai perso.. di sicuro si tratta
della mia voglia di vivere..
di ricominciare.. di sapere cosa sono e
soprattutto cosa voglio… e pensavo che almeno queste cose..
per quanto
potessero, ogni volta, cadermi macigni sulla testa.. avrebbero sempre
rappresentato
l’unica cosa “certa” nella mia vita..
Eppure, la vita riesce a sorprendermi ancora..
Perché queste cose.. sono state spazzate via dal mio arrivo
qui..
da questo periodo di vita.. da queste mura.. da questa città e da tutto
quello che qui mi circonda..
Non so più chi sono, cosa voglio, chi sono i miei amici,
chi sono le
persone che amo, chi sono le persone che semplicemente conosco….
Come se tutte le cose che ho costruito, le amicizie che ho
formato, le persone con cui ho legato,
le esperienze che ho vissuto, sia con
gli altri che da solo, le cose a cui di più ho tenuto…
adesso non contassero
più..
Come se fossero cose talvolta inutili, talvolta già passate,
già viste, poco interessanti..
come se fossero semplicemente lontane ed escluse
da un mondo cinico e distaccato,
che pensa solo al presente e al ritmo
frenetico che lo contraddistingue…
Io sono quello che parla attraverso canzoni… attraverso
immagini (talvolta d’arte), attraverso sensazioni..
ogni tanto attraverso
parole..
Sono quello che adora sognare e che spera ogni giorno che
qualcosa di straordinario
accada nella propria vita e in quella delle persone
che mi circondano…
Sono quello che vive per la musica e l’arte..
E in questo luogo non c'è spazio così per me..
E credo sia questo ciò che m'affligge più d'ogni cosa... il mio non esistere in
questa terra.. in questa città..
Ma ti assicuro mio caro.. che, per quanto molto spesso perderò la vista,
nessuna persona
potrà mai cambiare ciò che sono… o almeno non queste cose così
importanti per me..
Oh caro Wilhelm, io te lo giuro, nessuno potrà mai togliermi davvero ciò che io possiedo di me.”
Oh, caro! In questa incertezza mi
smarrisco,
e tuttavia è questo il mio conforto;
che forse essa si è voltata per
cercar me! Forse.