lunedì 4 marzo 2013

Зеркало | Zerkalo

La stavo aspettando da troppo tempo
e ho capito che non sarebbe mai arrivata.
Ho capito che era inutile
sentire, prestare ascolto,
se comunque la sua voce
mi avrebbe sempre chiamato col silenzio.
Io aspetto nei luoghi, attendo nei momenti,
ma vedo solo la mia immagine riflessa
in uno specchio di parole,
fatto di sentimenti, di proiezioni
e dell'immagine di ciò che vorrei avere.
Discendono per me le lunghe nebbie maestose,
percorrono con leggiadria lungo i colli toscani.
Li annegano e li riempiono,
nella loro vastità li sovrastano.
Penetrano le mie vie respiratorie,
ravvivano l'ossigeno che da cibo ai miei polmoni.
L'animo si nutre di forme, di apparenze
e di una sensazione di comunione con la solitudine.
E desidera tanto colmarla,
ma la sola attesa che dallo specchio l'immagine riprenda forma viva,
non basta a scioglierne i fiumi che bagnano giù a valle.
Servo allora il mio desiderio di solitudine,
il verde ingrigiato dei monti,
tra la foschia,
compensa questa mia vocazione di sentirmi libero.
Spezza le mie catene
e dona all'anima lo slancio più profondo
che da sempre invoca.
Ricordi il rintocco della campana nel mezzo della notte buia?
Là dove l'ombra e il silenzio facevano da servi alla malia della notte scura,
là dove le piccole luci facevano da cornice ad un'estrosa quiete,
ecco, questo è lo spiraglio di cui da sempre è in cerca l'anima mia,
il salto in quella realtà fatta dai sensi, in quella realtà oltre i sensi
in quella realtà in cui i sensi perdono ogni ragione,
in cui si perdono nel festeggiare l'eterno scorrere di ciascun istante.
Il campanile ha ancora scandito delle note per me,
edificando quest'oggi una melodia fatta di gioia
e assai festosa
nel celebrare il mio matrimonio
con il cielo e con la terra.
Mi ha accolto
e nell'oscurità ha acceso nuove luci
ad illuminare il mio cammino,
lasciandomi così disteso nel suo grembo
fatto di pietre,
di rocce e piccoli fili d'erba,
dandomi conforto tra la sua fiorente terra straniera,
offrendo un riparo al pellegrino poggiatosi sul muricciolo;
là dove la mia casa ha trovato la sua giusta posizione,
là dove la mia vista ha fatto buon pasto
nutrendosi dei fumi
lasciati al viandante
dalla verde terra gigliata.

Capire Tarkovskij...


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