giovedì 21 marzo 2013

21 Marzo, Æquinoctium

E' quella scarica
folgorante
fulminea  
intensa
e mitigánte
che porta perfetto compimento all'estenuante ricerca
del lavoro di mille giornate.
Riempie ogni vuoto del giusto tassello,
di cui questa rappresenta l'ultimo
in ordine di grandezza ed importanza,
nonché successione,
di un assai intricato mosaico,
che talvolta la natura, l'animo, il mondo,
tesse servendosi di più elementi,
i quali, in maniera non del tutto casuale,
tendono a farsi riconoscere,
tra le spire che si intrecciano nell'opera aurea
della creazione.

In cerca di uno spazio.
Si schiodano percorsi,
di luoghi già conosciuti,
che una volta erano sacri.
Adesso il loro valore si riempie
di nuove verità, di essenze,
momenti unici,
ancor più veri di tanta crudeltà,
che l'etere a volte nasconde.

Nasce una casa.
Si edifica il tempio.
Si eleva lo spirito,
e si abbandona
alle danze delle driadi,
tra i canti delle silfidi,
in un luogo incantato in cui l'attimo si prolunga a tal punto
da volgere il suo percorso verso l'infinità dei monti,
là dove gli occhi bramano il poter assaporare
con fervore
ciò che la terra offre alla vista ed alla grazia dell'animo gentile,
in quei luoghi così sperduti.

Fatta la scena,
si smuove la tragedia,
va come i greci enunciavano da tempo
e chiude le tende sullo sciogliersi delle strade
che accompagnano la via al povero viandante senza dimora.
Ma prima che l'atto sia giunto al termine,
v'è spazio per l'ultimo fiato,
dell'invidia e dell'affannata ricerca,
cui la consapevolezza giunge a rimedio
spegnendo ogni sentenza,
ma la cui stessa nulla potendo su tale
Avvenenza
natura
trascorso
e verità dispiegata
di quell'attimo fugace e da me rapito,
si china il capo in segno di riverenza
per ciò che al tempo si poté definir amato.

"La Vostra Tomba è un'Ara"

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