giovedì 15 maggio 2014

Il Ballo del Dandy Mancato

Il mondo è sbagliato.
Tutto il creato è sbagliato.
E' psicotico. E' utopico. E' antitetico.
Come si può pretendere di giungere al miglioramento,
se proprio ciò che governa l'azione, il moto, la realizzazione,
non è altro che il peggioramento?
L'egoismo, l'appagamento, la prevaricazione, la supremazia, la selezione naturale.
Questo è il carburante che dà il moto allo svolgimento.
Si tratta di una legge incolore si è detto. Certamente.
Ma se solo si evitasse di gingillarsi di colori idilliaci e apollinei,
volti alla tintura di un universo iperuranico, allo Streben!
In cui tutto è assai più ipocrita ed effimero di ciò che si appare.
Allora sì! Che si compirebbe a buon rendere, ciò che si è detto.
Allora sì! Che il creato giungerebbe a condotta perfetta!
Ciò è solo noia per le mie orecchie.
E' strazio per la mia eterna passione di morte.
Non vi è intelligenza, per tal creatura che fa vezzo del definirsi tale!
L'onestà, l'integrità, la fierezza, l'emozione!
Il poter dire: "Io sono il Male! - Io provo bramosia eterna per tutto ciò che è Male!!"
Ah come dipingeremmo le nostre carte!
Ah quali colori impercettibili saremmo tutt'ora in grado di scorgere dal mare!
Se solo ci concedessimo...
No! Invece no! È più decoroso insistere nel trastullarci di bramosie peccaminose,
bramosie negate, negabili, inaccessibili, inconsumabili,
alla stregua di quei pochi paggetti circensi che guidano le nostre vite,
mentre ci si protrae, totalmente ciechi, ottusi e addormentati, nel lasciarsi guidare
verso la nostra Vera morte!
Il consumarci eterno, così da non dover mai nascere, non dover morire.
Consumo, per poi predisporci alla vendita, alle migliori offerte.
No, talvolta volando basso sulle peggiori, le più infami e disperate.
Accusatevi della vostra stessa ricetta! Fatelo, ancora una volta,
ricercate dove sorge la sede d'ogni vostro più intenso male!
Quanta noia, quanto splendore mancato.

Ecco allora,
io ho qui trovato il mio incastro,
ecco cosa annovera ogni mio svolgimento:
sto seduto qui.
Guardo, mangio, dormo. Mi consumo del patimento.
No, non me ne infischio, né mi svuoto dentro.
Soltanto, mi nutro delle vostre incomprensioni,
delle più remote lacune che lasciate estendersi, come uccelli addomesticati.
Dunque sì, non lavoro.
Non mi muovo. Né do altresì soddisfazione alle vostre continue richieste,
del compiere per voi azioni che siano avvolgenti, coinvolgenti, o addirittura ammaestrate.
Che possano cogliere e ravvivare sempre la vostra attenzione, così vuota di voi stessi,
così pregna di sostanze narcotizzanti, e perduta per sempre nell'oblio delle vostre sorti,
che si riciclano,
come esperienze vissute ruotandosi intorno, senza mai inquadrare un cerchio.
Senza mai puntare verso il centro, giusto per seguirne qualche raggio.
Concepire dov'è che fa poi capolinea..
Eppure non di voi qui si parla!
Questo è il mio posto.
La danza, l'esultanza, l'ebbrezza e l'ubriachezza!
Io non farò nulla! Mai nulla! Nulla!
Nulla che per voi, equivarrà al far qualcosa.
Sdraiato qui,
inzuppato fradicio delle più ebbre fronde, che mi pervadano allora, da cima a fondo.
Dormo, non mi sveglio, Dormo!
Mi siedo qui e quando voglio guardo dall'altra parte.
Pervaso dal mio mondo zuppo di incantevoli voglie e sublimi bramosie,
intense, marcate, così sfuggevoli, ma tuttavia conquistate..
Così infischianti e durature, anche ingannevoli ma a volte pure.
Questo è un inno alla vita, di certo lo è più del vostro.
Non contiene alcun inganno, soltanto il peso dell'essersi preso posto.





Nessun commento:

Posta un commento